Mi sono chiesta che cos’è l’arte e continuo a farlo e non sono certa di aver trovato la risposta; anzi, l’unica certezza che ho è che non esista una risposta. I dipinti possono definirsi “arte”?
L’espressione di un profondo sentire dell’anima attraverso un segno tangibile è una forma d’arte, è la mia forma d’arte?
La mia storia è testimonianza, è conoscenza del mondo degli ultimi e del riscatto, è estasi della universale bellezza della natura in cui sono cresciuta e precipizio dal quale non è possibile risalire. Esprimo tutto questo dipingendo contrasti, bui e colore, sorrisi e mestizia, ma sempre forza e speranza.
Questa è arte? Oppure arte è solo la rappresentazione onirica del nulla attraverso uno story telling accattivante? Arte è espressione del talento, dello studio, della costanza, dell’impegno, della tensione al miglioramento, della normalità oppure è autodistruzione, follia, incomprensibilità, complicazione della semplicità, esclusività e quindi per questo materia per pochi eletti?
Attraverso i miei lavori ho dato la mia risposta: l’arte è per me la capacità di emozionarsi ed emozionare, di raccontare un percorso di vita che accomuna milioni di persone, di chiedere all’osservatore di andare oltre il “mi piace, non mi piace” e di leggere la motivazione nel tratto e nella scelta dei soggetti, di vedere i loro sguardi, di ascoltare i loro movimenti, di arrivare all’essenza di un oggetto che la natura ti offre senza chiedere nulla in cambio, di sentire il vento che anima quei capelli, di vivere quel dolore di un’infanzia mai vissuta.
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