Mostra “Clausura nell’arte”, Spazio Arte Tolomeo, dal 12 al 17 giugno 2019, Milano, organizzata da Art Space.
All’inaugurazione è intervenuto Guido Andrea Pautasso studioso delle avanguardie artistiche del Novecento, della controcultura underground e del vampirismo nella letteratura italiana.
Il ritiro spirituale e religioso della clausura è stato rappresentato in ambito artistico da trenta giovani pittori e scultori di provenienza internazionale. Gli artisti hanno realizzato le loro opere partendo dalla propria ‘‘clausura’’, ovvero il momento privato e intimo della creazione d’arte. Non è necessario che la solitudine sia reale perché gli artisti, per rappresentare le proprie emozioni, sono capaci di isolarsi anche tra la gente, rispondendo al proprio bisogno creativo. Un monaco e un artista si assomigliano: l’artista crea le sue opere mettendosi in “clausura” e l’arte diventa l’oggetto della sua meditazione, con la quale riesce a dare vita alle sue emozioni e pensieri. In alcuni casi, invece, l’artista non sceglie di stare in clausura ma ci si ritrova senza volere per diverse ragioni: forse per la società che lo circonda, forse perché si sente inadeguato, o forse per motivi personali, e scopre una via di fuga nell’arte. Dipingendo, modellando una scultura riesce a sfogarsi e sentirsi più “libero”.
L’artista Magaly Arocha ha partecipato con il dipinto “Churum Merum Merù”, il quale è stato premiato.
Si tratta della cascata più alta del mondo (circa 900metri) e si trova in Venezuela, in piena foresta. L’artista ha dato più luce e colore, mostrando le rocce in tutta la loro bellezza e dando all’acqua una consistenza quasi impalpabile, fumosa, sofferente, che tuttavia finisce la sua lunga corsa con un arcobaleno, simbolo di pace, di calma dopo una tempesta, di quiete cioè tutto ciò che il Venezuela cerca, ma forse si potrebbe dire il Mondo intero vorrebbe.