Nudi artistici sui social: censura a regola…d’arte

Scritto da Magaly

Magaly Jacqueline Arocha nasce a Caracas nel 1968. È vissuta nel fragore della Gran Caracas. Cambia più volte casa, quartiere e ogni volta è una nuova esperienza che fin quasi da subito le fa comprendere che il viaggio e il cambiamento saranno parte integrante della sua vita.

4 Novembre 2021

In questo articolo riassumo alcuni degli ultimi episodi di censura del nudo artistico sulle piattaforme social. Per poi analizzare il controverso e delicato fenomeno della censura applicata al nudo artistico, identificato non so bene per quale strano motivo come pornografia (i nuovi tabù globalizzati).

 


Magaly con il suo Omaggio a Velazquez
https://magalyarocha.com/negozio/omaggi/omaggio-a-diego-velazquez-venere-allo-specchio/

 

Tema delicato per tutti, gli artisti affermati come gli emergenti

Io stessa sono stata oggetto di censura quando ho tentato di sponsorizzare le mie opere su Instagram e Facebook. Non solo i nudi, ma anche le mie ballerine “vestite” con solo le gambe e le braccia scoperte (sarà che l’algoritmo di FB balla con donne in scafandro)

Un po’ di storia: arte e censura

Da sempre l’arte, in tutte le sue espressioni, ha dovuto fare i conti con la censura. 

Molte opere, oggi considerate capolavori, sono state bollate in origine come scandalose, immorali e deviate.

Ecco una breve carrellata:

Colazione sull’erba di Manet; Ragazza con calze arancioni di Egon Schiele; Giuditta di Klimt; Il sonno e L’origine del mondo di Gustave Courbet (sigh)

Il XXI secolo

Ma oggi nel XXI secolo che c’è di nuovo? Anche i social media sembrano remare contro il nudo artistico. 

Gli algoritmi non distinguono fra pornografia e arte ed infatti sono scemi; appena vedono un poco di pelle scoperta, bannano: scemi e pieni di tabù 

Peccato che in alcuni casi si tratti di opere d’arte.

Risultato?

Questa situazione ha fatto si che alcuni musei si stiano spostando sui siti per adulti (l’ente turistico di Vienna ha deciso di aprire un profilo su OnlyFans).

Non solo: in Italia il Museo Canova ha deciso di lanciare una campagna di sensibilizzazione contro la censura dell’arte sui social network per le volte in cui i post di #antoniocanova sono stati censurati e le opere d’arte segnalate come non “rispettose delle linee guida della community”.

Così i dettagli de “Le Grazie di Canova” vengono sottoposti allo stesso trattamento che riceverebbe una foto di una pornostar. 

 Il museo ha anche creato un Manifesto contro la censura:

“Il mondo si è arricchito di una bellezza nuova: la bellezza della connessione. 

Ogni giorno ci connettiamo, scarichiamo informazioni, notizie, ma quali limiti ci poniamo se non è possibile condividere la bellezza totale e completa di unopera darte che raffigura un nudo?

Noi vogliamo sottomettere lalgoritmo alle leggi superiori della proporzione aurea.

Noi vogliamo cantare lamore per larte e per la bellezza dei seni di Ebe appena abbozzati.

Noi vogliamo poter condividere sui social e sui muri il nudo artistico ed esaltare la perfezione dei corpi nudi ritratti dagli artisti di ogni epoca…”

Dettaglio del disegno a carbone del mio omaggio a Velazquez e la sua Venere allo specchio

Le regole di Facebook

Ma cosa stabilisce Facebook riguardo la censura di un corpo nudo?

“… Limitiamo la diffusione di immagini di nudo perché alcune parti della nostra comunità globale sono particolarmente sensibili a questo tipo di contenuti, soprattutto per via della loro età e del loro background culturale…” (e allora sarebbe meglio non avere alcun contatto con l’esterno)

E Inoltre:

“…Rimuoviamo le fotografie di persone che mostrano genitali o che mostrano completamente le loro natiche. Rimuoviamo fotografie che mostrino un seno se includono il capezzolo, ma permettiamo la diffusione di fotografie che mostrano donne che allattano o mostrano le cicatrici seguite a una mastectomia…”

Alcune considerazioni

Quindi viene da pensare che quasi tutto ciò che riguarda un corpo svestito, fatta eccezione per allattamento o mastectomie, per Facebook è pornografia.

Sembra surreale se si pensa che sui social media trovano spazio quotidianamente episodi di razzismo, cyberbullissimo, pornografia, stalking, violenza verbale e fisica, turpiloquio, etc.

Guido Nostri nel suo articolo “Il corpo nudo e censurato sui social” offre una lettura interessante:

 

“L’occhio, sui social, viene stimolato a desiderare, a consumare l’immagine successiva nel desiderio che sia sempre in crescendo. Il corpo sessualizzato ma vestito ci fa scorrere verso la prossima immagine.

Il corpo denudato è invece l’ultima immagine, la rivelazione dove si può trovare la fine dello scorrimento.

I social, come piattaforme che stimolano il riproporsi continuo del desiderio, sono intimamente inadatti al corpo nudo perché contrari a una qualsiasi soddisfazione dell’utente”.

Secondo la psicologa americana Fekete: “non è tanto la visione del seno, quanto la visione del capezzolo che provoca leccitazione negli uomini” […]

gli uomini subiscono lerotismo dellimmagine femminile e si ritrovano disarmati. Non possono accettare di subire questo stato di debolezza, nel senso di trovarsi quasi governati dalla potenza della bellezza del nudo femminile e quindi corrono ai ripari censurando.” […]

Dico io che un uomo per quanto turbato da un capezzolo, è anche lui in grado di distinguere un quadro (frutto di creatività e immaginazione) da una foto (reale).

Le miei domande

Se i grandi musei devono emigrare su siti per adulti mi domando cosa possono fare gli artisti emergenti la cui ricerca è incentrata sul nudo artistico, spesso accostato alla pornografia e per questo criticato e respinto? 

Larte non può essere pornografia 

Non perché non vengono rappresentate immagini sessualmente esplicite, ma perché ciò che rende un contenuto pornografico è l’intenzione di far eccitare l’utente in cambio di denaro e questo nell’arte non accade. 

Lo scultore Ismaele Nones è ben chiaro al riguardo:

“Se qualcuno si domandasse se c’è veramente il bisogno di far vedere certe immagini, o certe pose, o certi nudi rispondo: sì. C’è bisogno, perché il corpo è bello. Il sesso è bello. 

E uno dei macro temi dell’arte è la bellezza. L’arte indaga dove l’essere umano diventa umano ed essere, dove appunto si mette a nudo”.

Condivido il punto di vista di Sabrina Casini:

“un’educazione al bello potrebbe fare la differenza. L’opera d’arte in sé, che sia nudo artistico o altro, dovrebbe stimolare i nostri sensi verso la contemplazione della bellezza e non verso la perversione. 
Non ci resta che provare a godere di persona delle grandiose opere artistiche di Antonio Canova. Uscire quindi dalla rete e passeggiare, guardare e vivere davvero l’arte e la sua “Eterna bellezza”.

Un motivo in più per andare per Musei 😊

Una guida per gli artisti

Il gruppo di pressione newyorkese «Don’t Delete Art» nel sito web https://dontdelete.art offre una guida per gli artisti che:

  • «… combina i consigli di personale di Facebook e Instagram, con approfondimenti di sostenitori dell’arte e artisti su come rispettare le regole vaghe, e spesso applicate in modo capriccioso, che governano ciò che è consentito sui social media in fatto di arte».
  • Una sezione delinea come contestualizzare l’arte non fotografica, specificando che «contestualizzare efficacemente il tuo lavoro aiuterà un algoritmo o un essere umano a vedere il tuo lavoro come accettabile secondo le linee guida, riducendo così al minimo la probabilità che i tuoi contenuti vengano censurati ingiustamente». 
  • Una sezione dettagliata sulla nudità elenca ciò che non è consentito, inclusi «genitali visibili tranne che per neonati e questioni mediche».

Gli artisti possono inviare i propri lavori per farli visionare dal loro team curatoriale compilando l’apposito  modulo.

Il mio pensiero

Mi chiedo se questo sito sia un’alternativa pratica e realistica da applicare agli artisti emergenti

Se riesce davvero a superare la censura o è un modo subdolo per condurre la “pecora smarrita” nel gregge che Facebook e Instagram vogliono che tutti seguano, anche gli artisti? 

Riuscite a immaginare un Monet, un Rodin o un Modigliani che si attengono a queste norme e compiono moduli in modo che il loro lavoro “rispetti” certi canoni di rete”?

Io no… Perché l’artista deve già concentrare la sua attenzione e la sua energia sulla creazione. Oltre a ciò, anche al momento della diffusione della sua arte, deve classificarla in regole stabilite da persone che se ne intendono di marketing ma che di arte se ne intendono poco…

Alla fine penso che si abbia paura del nudo, perché fin da piccoli ci hanno parlato del peccato originale e abbiamo visto le meravigliose opere della romanità coperte da una foglia di fico, per volere di una oscurantista tradizione religiosa che teme ciò che si è imposta di non avere

Penso che gli artisti dovrebbero creare un movimento chiamato “educare Facebook e Instagram”, inviarli a un corso basico d’arte e su come differenziare i nudi artistici dalla pornografia …

Questa è la mia posizione sulla cattiva gestione che Facebook e Instagram fanno delle opere artistiche di nudità

Ma mi interessa conoscere la tua. Credi che questa censura sui social sia corretta?

Scrivimi sarei felice di avere uno scambio

 

Fonti 

Guido Nosari: Il corpo nudo e censurato sui social, nonsolowork.com

Nudo artistico o a “luci rosse”? E’ un algoritmo a stabilirlo ultimovoce.it

Come evitare la censura online una guida per gli artisti. Il giornaledell’arte.com

2 Commenti

  1. Stefano

    Salve Magaly, da artista e docente di arte ed immagine ma anche da cittadino condivido la tua posizione riguardo ad una censura del nudo che nasconde la vera “pornografia”….la vera pornografia è costituita dalla censura stessa….in un mondo dove è caduta l’ultima protezione alla vera privacy degli individui ….dunque la demenziale censura praticata dall’intelligenza algoritmica (demenziale e criminale) non è altro che un’arma di distrazione di massa che serve a spostare l’attenzione delle masse nella poltiglia dei big-data

    Rispondi
    • Magaly

      Ciao Stefano
      Si concordo la vera pornografia è un certo tipo di censura

      Rispondi

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