L’Arte del fallimento (per un artista)

Scritto da Magaly

Magaly Jacqueline Arocha nasce a Caracas nel 1968. È vissuta nel fragore della Gran Caracas. Cambia più volte casa, quartiere e ogni volta è una nuova esperienza che fin quasi da subito le fa comprendere che il viaggio e il cambiamento saranno parte integrante della sua vita.

11 Febbraio 2021

Oggi voglio parlarti di un tema che mi sta a cuore, molto personale ma credo che discuterne possa aiutare a non sentirsi così soli: il fallimento e il sentirsi persi.

Magaly Arocha pittrice figurativa nel suo studio a Bologna Italia

L’accettazione 

Viviamo in un mondo che esalta la vittoria e condanna la sconfitta. Oggi più che mai sui social troviamo solo persone di successo. Mai una sconfitta: solo vittorie.

Purtroppo, in questi ultimi mesi ho vissuto qualche sconfitta. Mi sono proposta ad alcuni concorsi e bandi e hanno preferito altre candidature. Sono stata molto male. Mi ci sono volute alcune settimane per smaltire tutta quella miscela di sentimenti.

Avevo vergogna. Non ne parlavo con nessuno. Mi sentivo di non valere come artista. Non ho voluto dipingere per parecchi giorni. Un pensiero che dominava la mia mente: perché devo dipingere se poi i miei quadri non li scelgono? E poi la decisione: mai più un concorso per me.

Passati alcuni giorni di isolamento e riflessione, mi sono data da fare. Ho iniziato a rivedere la mia candidatura. Ho partecipato agli incontri degli organizzatori del bando e alle premiazioni degli artisti (una grande sofferenza, lo ammetto) per capire cosa dovevo imparare e magari cosa avevo sbagliato.

Perché c’è da dire che quando ti bocciano non ti spiegano perché e quindi ho fatto di questa mancanza un nuovo stimolo per fare ricerca e studiare e investire in formazione. 

La ripresa

Ho frequentato webinar formativi per rivedere i materiali che devono essere presentati: statement, biografia, curriculum e presentazione artistica. Mi sono confrontata con altri artisti classificati e mi sono data da fare.

Ho rivisto la mia presentazione sulla base delle indicazione ricevute e ho fatto ricerche approfondite su alcuni concetti che non mi erano ancora del tutto chiari.

Tutto questo per dire che le sconfitte esistono e non occorre vergognarsi e nascondersi. Sicuramente fanno male, ma è più doloroso restare fermi a leccarsi le ferite. 

Per progredire bisogna affrontare i fallimenti. Per passare oltre bisogna ritentare, trovare un’altra strada.

Io parlo della mia esperienza. Il fatto di mettermi a studiare mi ha aiutata a metabolizzare e a reagire e mentre studio e mi metto in discussione non penso ai concorsi. Penso che serva a me stessa. 

➡️ E tu sei mai stato/a sconfitto/a? Come hai reagito? Pensi che le sconfitte possono aiutare a crescere?

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